Brevi e (forse) ovvie considerazioni sulle cuffie in-ear

Si può ascoltare musica nei modi più disparati: dal vivo, dai diffusori dell’impianto HiFi, in auto, col lettore portatile o, ahimè, dal telefono cellulare. In questi ultimi due casi dobbiamo avvalerci di una cuffia, possibilmente di buona qualità.

Evito di dire ciò che penso sul modo di ascoltare della moltitudine di nostri simili che utilizza auricolari di scarsissima qualità, collegati ad apparecchi telefonici che dovrebbero, appunto, telefonare, e non riprodurre musica. Ma tant’è, debbo farmene una ragione.  Ho così deciso di scrivere questo breve articolo, proprio pensando a questo tipo di utenza. Chissà che leggendo queste righe, alcuni possano accorgersi degli errori in cui stanno incorrendo e vogliano porvi riparo.

Premetto che per me l’ascolto della musica è cosa estremamente seria. Pur non considerandomi nella maniera più assoluta un audiofilo, mi piace il buon ascolto. Non riesco a godere della musica mal riprodotta. Mi piacciono gli impianti budget ma ben suonanti e nel mio sito cerco di trasmettere proprio questo concetto ai lettori. Ai nostri giorni non servono più somme rilevanti per allestire un ottimo impianto HiFi. Basta impegnarsi un pò e selezionare amplificatori, lettori, diffusori, cuffie ben suonanti e che non costino un occhio della testa. Certo, non parliamo di Hi End ma a noi interessa ascoltare bene la musica, giusto? Bene, parafrasando il buon Gene Wilder in uno dei suoi più famosi film, posso dire: Si-può-fare!

Ma cosa c’entra tutto questo con le cuffie intrauricolari (o in-ear)? E’ presto detto.

Mi piace ascoltare dal vivo e dai diffusori, oppure da buone cuffie circumaurali ma in alcune occasioni sono particolarmente indicate le cuffiette auricolari. Penso all’uso all’aperto, in ambienti rumorosi o su sferraglianti treni e metropolitane. In questi casi l’uso di cuffie in ear permette un ottimo isolamento dai rumori esterni e la conseguente possibilità di ascoltare a volumi meno pericolosi per l’udito, oltre che una miglior qualità del segnale musicale.

Leggo spesso recensioni nelle quali si giudicano mal suonanti cuffie più che valide. Non che il recensore stia mentendo, perchè poi? Semplicemente, ciò che molti ignorano è che la cuffia deve essere messa nelle condizioni migliori per funzionare come si deve.

Per cucinare bene una bistecca bisogna evitare che stia troppo sul fuoco e si bruci, per evitare che l’auto si fermi occorre mettere la benzina e fare la manutenzione, per evitare che si scarichi, è necessario ricaricare regolarmente lo smartphone. Allo stesso modo, per mettere una in-ear in grado di funzionare al massimo delle sue possibilita è necessario…usare il gommino giusto!

Si, proprio il gommino. Vi siete mai chiesti perchè nella confezione ci sono due, tre, a volte quattro diverse misure di gommini? Il gommino è importantissimo in quanto deve aderire perfettamente al condotto uditivo. In questo modo si verificano i due eventi indispensabili a far suonare bene la cuffietta: l’isolamento dai rumori esterni e la tenuta ermetica che permette alle frequenze basse di affiorare. Ricordate, il gommino è importante ai fini del buon suono, al pari della qualità della cuffia. L’una non può prescindere dagli altri.

Quindi, prima di arrivare a conclusioni affrettate, si valuti se questi pochi ma indispensabili accorgimenti sono stati messi in atto e, in caso contrario, si provveda o si continui ad accontentarsi di un ascolto di bassa qualità. Buona musica a tutti, se vorrete.